Lavori
Colturali nel Periodo Novembre/Dicembre |
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L’olivo
sta giungendo alla fine del ciclo produttivo annuale; se le cure prestate
agli alberi durante l'anno sono state tecnicamente ineccepibili e se
l'andamento stagionale non ha fatto scherzi, l'olivicoltore trova il
giusto compenso alle proprie fatiche attraverso la raccolta e la
spremitura delle olive. Ma è solo con un'attenta e razionale esecuzione
di queste due operazioni che si raggiunge l'ultimo traguardo - l'olio
extra vergine di qualità - senza correre il rischio di modificare in
senso negativo ciò che la pianta ha preparato. La raccolta delle oliveVale la
pena di ricordare, se non altro per i nuovi lettori, che la migliore
qualità di olio si ottiene da olive raccolte nel periodo dell'invaiatura,
cioè quando la buccia della maggior parte delle drupe cambia colore, da
verde diventa viola-rossa-bruna su fondo giallognolo mentre la polpa è
ancora chiara. In quel
periodo, per la maggior parte delle varietà, la quantità di olio nelle
drupe ha raggiunto il suo massimo, e analogo livello presentano le
sostanze che conferiscono all'olio stesso le migliori caratteristiche
qualitative e di conservabilità. La spremitura, effettuata in questo
periodo, consente allora di ottenere un olio ricco di aromi e di sapori,
tipico di ogni varietà e di ogni zona. Occorre
perciò organizzare il lavoro di raccolta in modo da poterlo eseguire
speditamente, tenendo conto, fra l'altro, che il clima autunnale non è
uno dei più favorevoli e può creare disagi e ritardi a volta
pregiudizievoli. Una
raccolta ritardata rispetto all'epoca dell'invaiatura potrebbe, in qualche
caso, consentire un accumulo di olio leggermente maggiore nella singola
drupa, ma questo aspetto positivo non compensa quelli negativi che
derivano dal ritardo. Infatti una raccolta ritardata ha le seguenti
conseguenze:
L’illusorio aumento di resa delle olive raccolte tardi è solo dovuto al fatto che quelle olive hanno perduto umidità e pesano meno; ma la quantità di olio è rimasta la stessa. Modalità
di raccolta Considerato
che l'olio migliore si ottiene da olive perfettamente integre (cioè da
olive che, non solo siano esenti da attacchi parassitari, ma anche prive
di contusioni, lesioni, sporcizia, ecc.), il miglior metodo di raccolta
sarebbe rappresentato dal distacco a mano delle drupe. Per
risparmiare tempo e denaro (e per accorciare il più possibile
l'intervallo che passa tra raccolta e frangitura) oggi la raccolta manuale
viene agevolata e accelerata dall'impiego di pinze, pettini, piccoli
rastrelli, con cui il raccoglitore distacca dai rami le olive facendole
cadere su reti o teli stesi per terra. Uno
snellimento, ulteriore, della raccolta può essere ottenuto con l'impiego
di piccoli vibratori o pettini montati su un'asta e funzionanti ad aria
compressa. Dato però che attrezzi di questo tipo tendono a stancare
l'operatore, costui deve ogni tanto avere il cambio. In
talune zone olivicole le dimensioni degli alberi sono però tali da
rendere difficile, rischiosa e molto costosa la raccolta manuale o con
pettini; in altre le asperità e la pendenza del terreno rendono
inattuabile la raccolta integralmente meccanizzata. In tali condizioni si
è costretti a ricorrere a pratiche di raccolta che purtroppo non sono
razionali, sia perché provocano facilmente danni alle piante, sia perché
fanno perdere vari "punti" alla qualità dell'olio. Una di
tali pratiche è la "bacchiatura", che consiste nel percuotere
con aste, canne, pertiche la fronda fruttifera per far cadere le olive;
con tale metodo si provocano ferite non solo sui rami (ferite che possono
facilmente rappresentare vie di ingresso per le infezioni di
"rogna") ma anche sui frutti, che poi facilmente irrancidiscono
guastando la massa. L’altro
sistema è quello di lasciare che le olive cadano a terra (nelle migliori
situazioni su reti o teli) via via che maturano, raccogliendole ogni 5-7
giorni. Questo sistema, oltre a ritardare notevolmente il recupero di un
prodotto troppo maturo (e quindi povero di aromi) che per di più può
essere facilmente alterato da animali, piogge, marciumi. Comunque,
anche con la raccolta manuale con pinze o pettini si possono guasti alle
olive quando, scendendo dalla scala o dall'albero, non si fa caso dove si
mettono i piedi e si calpestano e schiacciano varie olive, le quali poi
irrancidiscono facilmente e, se restano nella massa per qualche tempo, ne
rovinano buona parte. Dalla raccolta Ala frangituraAl fine
di ottenere una qualità eccellente di olio bisognerebbe alla sera,
macinare le olive raccolte nella giornata. Ma questo può essere possibile
solo per chi ha il frantoio in casa! Bisogna perciò conservare le olive
nel modo migliore fino al momento della frangitura che, comunque, dovrebbe
avvenire il più presto possibile... Nell'attesa
occorre mantenere le olive in condizioni tali da evitare che si riscaldino
o si guastino, compromettendo così la qualità dell'olio. Le olive
devono perciò essere conservate in strati di modesto spessore (8- 10 cm)
in un locale fresco, asciutto e arieggiato. Potranno essere disposte in
cassette, possibilmente con pareti forate (indispensabili se di plastica),
oppure adagiate su stuoie o su graticci o, se tutto ciò non è possibile,
stese sul pavimento ma sempre in strato molto leggero. Purtroppo
c'è ancora qualcuno che tiene le olive nei sacchi (e
qualcuno addirittura in sacchi di plastica!). La frangituraE' molto
importante prendere precisi accordi con il gestore del frantoio in modo
che la frangitura delle olive avvenga subito dopo la consegna. Tenete
presente infatti che in genere il frantoio non è attrezzato per la
conservazione e, specialmente in annate di forti produzioni, le olive
potrebbero restare per più di un giorno nei sacchi che avete consegnato.
Può Allora esser meglio se vi eravate attrezzati per una razionale
conservazione - tenere per qualche giorno in più le olive presso di voi e
consegnarle al frantoio quando siete sicuri di una frangitura a brevissima
scadenza. Le concimazioniIn
autunno, e nei terreni in cui sono necessarie, è conveniente procedere
alle concimazioni con letame e con i concimi fosfopotassici. L’epoca
autunnale è particolarmente indicata per gli oliveti con terreno inerbito;
in questi oliveti, infatti, i concimi devono essere sparsi in superficie
perché il terreno non può essere lavorato. E'
comunque un periodo adatto per lo stesso tipo di concimazione anche negli
oliveti in cui il terreno è mantenuto lavorato e quindi si può procedere
all'interramento. Nei casi
in cui il terreno non è particolarmente fertile, orientativamente si può
suggerire di distribuire, per ogni 10 kg di olive prodotte, 40-50 kg di
letame bovino, 350-400 grammi di perfosfato minerale-19 (o scorie Thomas)
e 600-700 grammi di solfato di potassio-50. Altri lavori e nuove piantagioniQuesto
bimestre rappresenta anche il periodo più adatto per un eventuale lavoro
di rottura del cotico erboso in un oliveto da qualche tempo inerbito. Questo
lavoro, che potrebbe per esempio risultare necessario se il cotico è
molto infeltrito o risulta compresso da ripetuti calpestamenti, porta
inevitabilmente alla distruzione di molte radici che, proprio per effetto
della continuata non lavorazione, si sono sviluppate vicinissime alla
superficie. Eseguendo
la lavorazione in questo periodo, possibilmente entro la fine di
novembre-primi di dicembre si dà tempo all'apparato radicale di
ricostituire, prima della ripresa dell'attività vegetativa, buona parte
delle radichette perdute. Per le
nuove piantagioni, chi non avesse ancora potuto eseguire i lavori
preparatori - specialmente chi ha un suolo tendente al compatto - cerchi
di compierli ora, in modo che almeno il gelo invernale contribuisca a
migliorare la struttura del terreno. Interventi fitosanitariIn
genere, il batterio della rogna penetra attraverso piccole lesioni
procurate da insetti e soprattutto da agenti meteorici come vento,
grandine e gelo. L’infezione è possibile anche in seguito alle
operazioni di potatura e di raccolta. In tutto il periodo piovoso ed in
condizioni di alta umidità, su varietà suscettibili (ad esempio
Nocellara del Belice) ed in impianti già colpiti dalla malattia, è
opportuno trattare con ossicloruro di rame-20 (irritante-ex III classe)
alla dose di 1.250 grammi per 100 litri di acqua, oppure poltiglia
bordolese-20 (m.c.p.-ex IV classe) alla dose di 1.250 grammi per 100 ferri
di acqua. Questi trattamenti devono in ogni modo essere effettuati assai
tempestivamente, subito dopo l'evento che ha determinato le lesioni sulla
chioma (al massimo entro 24-48 ore). Ricordiamo
che trattamenti a base di rame usualmente effettuati per il cicloconio
hanno un'azione collaterale nei confronti della rogna. Alla potatura,
provvedere ad eliminare le parti più contagiate dalla rogna,
disinfettando sempre gli attrezzi e bruciando il materiale di risulta. In
piante di particolare pregio, e per superfici assai limitate, è possibile
effettuare l'asportazione dei singoli tubercoli, disinfettando
successivamente il taglio con prodotti a base di rame e coprendo con
mastici che favoriscono la cicatrizzazione. La
fumaggine, una patina fungina nerastra e polverulenta che si sviluppa
sulle produzioni zuccherine degli insetti dannosi (ad esempio Saissetia,
cotonello), può condizionare la fotosintesi e generare cosi un certo
decadimento vegetativo e produttivo. Ovviamente vanno contrastate le cause
principali del suo insediamento, soprattutto le intestazioni di
cocciniglie, mentre i trattamenti a base di rame effettuati per altre
avversità fungine e quelli a base di olio bianco minerale servono
benissimo anche a contrastare la fumaggine. Per la
prevenzione della carie occorre evitare che l'acqua piovana ristagni
direttamente sul legno. Spennellate le ferite più grosse con poltiglia
bordolese e ricoprite con mastici per favorire i processi di
cicatrizzazione. Sulle parti già ammalate effettuate una scarnificatura (slupatura)
con l'asportazione totale del marciume secco, l’eliminazione delle zone
concave di ristagno, la lisciatura del legno sano sottostante e
l’asciugatura tramite esposizione all’aria. (FONTE:
VITA IN CAMPAGNA) |
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