Le categorie |
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A seconda delle
caratteristiche organolettiche e chimico-fisiche, gli oli vergini da olive
sono ulteriormente classificati come: Solo questi due tipi di olio
vergine sono commestibili e commerciali al dettaglio. Gli oli con punteggio panel
inferiore al 5,41 e acidità superiore al 3,3% si chiamano oli
vergine corrente e oli vergine lampante
e mediante trattamenti chimici e fisici (disacidazione chimica con alcali,
deodorazione, decolorazione, e altro) perdono, insieme ai caratteri
positivi (profumi, vitamine, antiossidanti, ecc.) anche i difetti che li
rendevano non commestibili. Al termine di questi processi
vengono indicati come oli da oliva raffinati, comunque non
commestibili nè vendibili al dettaglio. La miscela di olio da oliva
raffinato con uno dei tre tipi di olio vergine, purché abbia acidità
inferiore a 1,5% e rientri nel range molto più ampio dei parametri
analitici fra i quali non è compreso il panel test, diventa commestibile
e può essere commercializzata al dettaglio e qualificata come olio
da oliva. Dalla sansa di oliva, il
residuo solido della estrazione dell'olio in frantoio, mediante l'impiego
di solventi (benzina in genere), si ricava l'ultima frazione di materia
grassa definita olio di sansa greggio che,
sottoposto a rettifica, ancora non commestibile nè commerciabile, diviene
tale se miscelato con uno dei tre oli vergini prendendo il nome di olio di
sansa di oliva. In entrambi i casi la legge non prescrive indicazioni
sulle percentuali da miscelare. Prof. Ettore Franca Presidente O.L.E.A. |
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